Vontobel – BRANDVOICE | Programma a pagamento
Le recenti incertezze economiche causate dalla pandemia, conflitto russo-ucraino, riduzione e tassi in rialzo non hanno compromesso l’insaziabile appetito per i marchi di lusso. È in questo settore che, secondo Vontobel, con una corretta selezione di titoli, si trovano ottime opportunità d’investimento.
Il sospetto è fondato. Quasi una certezza. Così come chi viaggia in modo ossessivo lo fa spesso per testimoniare solo che è stato in un luogo desiderabile, e quindi alimentare il prestigio sui canali social, così nel mondo del lusso chi sta comprando in modo compulsivo lo fa per rivendere subito sulla piattaforma giusta e fare margini o per accrescere il proprio status e, magari, sembrare di assomigliare a una celebrità che di quel marchio è testimone. Come dire, acquisto un gioiello con diamante di Tiffany e sento che, in fondo, ho qualcosa in comune con Beyoncé. “In questi anni il mondo del lusso sta andando a vele gonfissime, tirato soprattutto dalla clientela asiatica”, racconta Jean-Philippe Bertschy, responsabile Swiss Equity Research di Vontobel ed esperto sul tema. Bertschy ha appena redatto un report Beni di lusso che fa seguito a quello di novembre dello scorso anno. Vontobel è una società di gestione patrimoniale a livello mondiale e con approccio multi-boutique, che ha una solida gestione del rischio per supportare gli obiettivi di investimento dei clienti. Gestisce attivamente i patrimoni, mirando a una redditività di lungo periodo ed è molto forte nell’analisi macroeconomica e nei settori di riferimento, tra cui, appunto, i titoli del lusso.
In materia, ha detto qualche tempo fa il ceo del colosso Lvmh Bernardo Arnault, “la desiderabilità ha un valore”. E questo valore è monetizzabile. Perché la moderna economia del lusso è diventata parte integrante non solo della cultura pop, ma anche della cultura giovanile di internet. Risultato: il lusso è anticiclico. Pandemia, conflitto russo-ucraino, vendita, tassi in rialzo, incertezze varie non hanno compromesso e non compromettono l’appetito insaziabile per i marchi oggetto del desiderio. Anzi. Tanto che le boutique più prestigiose in giro per il mondo sono diventate veri e propri luoghi di culto dove mettersi in coda e aspettare il proprio turno. E la lista d’attesa, anziché demotivare, diventa sinonimo di esclusività. Infatti, si legge nell’ultimo rapporto di Vontobel, “quest’anno i deve avere sono i marchi dalla forte desiderabilità e con il potere di determinazione dei prezzi”.
Nella pandemia, poi, “l’esplosione delle piattaforme di vendita di beni di lusso ha coinvolto una nuova generazione di consumatori che con il denaro ha un approccio diverso, più laico, non tanto legato al concetto di bene rifugio, quanto al possesso dell’ oggetto prestigioso da mostrare”, precisa l’esperto. Che spiega: “In Vontobel analizziamo le performance finanziarie di varie aziende del lusso e, negli ultimi cinque anni, i numeri raccontano di una forte correlazione tra la desiderabilità di un marchio e l’incremento delle sue vendite, la crescita del flusso di cassa libero e, in ultima analisi, la creazione di valore per gli azionisti. Basti sapere che il campione di tutte le categorie, Lvmh, ha più che raddoppiato il suo valore aziendale”. Una tendenza che si era già vista, appunto, già durante i mesi del lock down. Gli acquirenti hanno acquistato borse di Hermès, scarpe da ginnastica in edizione limitata, orologi classici e prodotti di bellezza che sono diventati virali su TikTok. E nel 2023 Lvmh è diventata l’azienda di lusso di maggior valore al mondo, superando un fine semestre i 500 miliardi di dollari come valore di mercato. Proprietaria di marchi come Dior, Bulgari e Tiffany, ora viaggia nello spazio delle più grandi aziende del mondo, tra nomi come Meta, Tesla, Berkshire Hathaway e Amazon. Tanto che, per un breve periodo, monsieur Arnault aveva superato Elon Musk come persona più ricca del pianeta.
Secondo un rapporto, il Studio sul mercato mondiale dei beni di lusso – Primavera 2023 di Bain & Companypresentato lo scorso 23 giugno con Altagamma, l’associazione di categoria dei produttori italiani di beni di lusso, ben il 95% dei marchi del lusso ha visto aumentare i profitti nel 2022. Hermès, produttore delle iconiche sciarpe di seta e di borse come la Birkin o la Kelly, ha registrato un aumento record del 38% degli utili rispetto al 2021. Richemont, che annovera tra i suoi marchi Cartier, Van Cleef & Arpels e Vacheron Constantin, ha visto aumentare gli utili dell’anno fiscale 2022 del 61%. Anche Kering (Gucci, Saint Laurent, Balenciaga), Chanel e Prada, Burberry, Luxottica e Otb (che possiede Maison Margiela, Marni e altri marchi di lusso) hanno registrato corposi in crescita. Lo stesso dicasi per Moncler e Cucinelli. “Gli aumenti del prezzo sono stati significativi dal 2019. Secondo le nostre stime, il prezzo medio di una borsa firmata è aumentato di oltre il 25% nel periodo. L’aumento delle vendite a oltre il 50% per alcune borse iconiche, come la classica patta di Chanel”, continua Bertschy. In altre parole, “la situazione nel settore degli orologi è la medesima se si pensa a marchi come Rolex, Patek Philippe o Audemars Piguet, che negli ultimi anni sono aumentati più volte i prezzi. Nel mondo di orologi e gioielli i brand indipendenti crescono piùù di quelli appartenenti ai gruppi quotati”. Più in generale, “si tratta di un preciso posizionamento strategico delle case produttrici. I beni di lusso esprimono un linguaggio attraverso cui comunicare l’eccellenza, anche sulle piattaforme digitali. Le loro campagne marketing oggi si rivolgono a giovani profondamente in sintonia con la cultura di internet, si concentrano su contratti di sponsorizzazione con celebrity, collaborazioni con artisti e stilisti all’avanguardia”. Continua: “Analizzando le performance delle aziende orologiere svizzere nei suoi due mercati principali, gli Stati Uniti e la Cina, questi hanno rappresentato i due terzi delle esportazioni negli ultimi cinque anni. Gli Usa hanno registrato una crescita media annua più elevata in quel lasso di tempo, ma, senza dubbio, oggi il mercato a più rapida crescita è quello cinese”.
In conclusione, però, è bene sottolineare che questo è un mercato piuttosto spietato, nel senso che, mentre alcuni gruppi stanno macinando utili, altri stanno mostrando segni di debolezza, soprattutto negli Stati Uniti, dove, per esempio, Kering e Ferragamo hanno registrato un calo delle vendite del 20% nel primo trimestre del 2023. Quest’anno, insomma, a detta dell’esperto di Vontobel, “è meglio avere in portafoglio marchi con forte desiderabilità e potere di determinazione dei prezzi ed essere selettivi”. E cogliere i trend, prima di agire, per capire cosa sta succedendo.
Secondo il rapporto 2022 di Il Vero Vero, i millennial vendono e comprano più di qualsiasi altra generazione e, insieme alla Gen Z, rappresentano il 41% degli oltre 28 milioni di iscritti al sito. Questi ultimi, infatti, fanno i loro primi acquisti di lusso prima dei millennial, intorno ai 15 anni. E la previsione è che i millennial e le generazioni più giovani rappresenteranno l’80% della spesa del lusso da qui il 2030. Dunque, se anche la crescita complessiva potrebbe essere influenzata da un rallentamento nei mercati maturi, la demografia, il numero di persone giovani e l’accesso ai soldi giocano a favore di quelli che un tempo si chiamano mercati in via di sviluppo.
Identikit
Vontobel Holding Ag, impresa famigliare con sede a Zurigo e attiva a livello globale, offre la combinazione unica tra un’impresa d’investimento indipendente e la capacità d’innovazione di un gestore patrimoniale attivo. Giunta alla quarta generazione Vontobel conta su quasi cento anni di esperienza ed è quotata in borsa. Nel 2020 Vontobel Wealth Management ha aperto una sede nel cuore di Milano, avendo ottenuto la licenza di SIM. Il nuovo team, arrivato in poco tempo già a 20 collaboratori e guidato da Lorenzo Palleroni, vanta una consolidata esperienza nel Wealth Management e ha un profondo legame con la realtà economica italiana. Per maggiori informazioni: www.vontobel.com
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