Il co-fondatore ed ex CEO di FTX, Sam Bankman-Fried (SBF), è sempre più nell’occhio del ciclone.
Infatti, stanno indagando sul suo comportamento sia le autorità statunitensi che quelle delle Bahamas.
SBF è cittadino statunitense, ma FTX ha sede alle Bahamas, quindi sono ben due le giurisdizioni toccate da questa vicenda.
Anzi, la SEC delle Bahamas vorrebbe assumere l’intero controllo della liquidazione di FTX, dato che si tratta di una società bahamense, mentre FTX vorrebbe che il processo si svolgesse negli Stati Uniti. Per questo motivo ha chiesto il Capitolo 11 della legge fallimentare statunitense, ma a quanto pare le autorità bahamensi si rifiutano di lasciare la gestione della liquidazione a quelle USA.
Quindi SBF è sotto indagine sia da parte delle autorità bahamensi, che stanno gestendo il processo di liquidazione degli asset di FTX, sia da parte delle autorità statunitensi, che stanno indagando su di lui e su tutti coloro che hanno promosso FTX negli USA.
Tra questi ci sono anche vere e proprie celebrità, come il celeberrimo quarterback Tom Brady e l’altrettanto celeberrimo cestista Stephen Curry. Ovviamente tra coloro che sono sotto indagine per aver promosso FTX c’è anche SBF.
Ex CEO di FTX definito come “Il Bernie Madoff delle Crypto”
Ieri il noto autore del best-seller “Rich Dad Poor Dad”, Robert Kiyosakiha scritto sul suo profilo Twitter che, sebbene Kevin O’Leary e Jim Kramer chiamassero SBF “il Warren Buffet delle Crypto”, secondo Kiyosaki sarebbe invece più simile al Bernie Madoff delle Crypto.
WTF: FTX il più grande donatore di Democratici per le elezioni di medio termine. Kevin O’Leary e Jim Kramer erano entusiasti del fatto che Sam Bankman-Fried lo chiamasse il Warren Buffet of Crypto. SBF è più simile a Bernie Madoff di Crypto. Quanto più corrotte possono diventare la Silicon Valley e Hollywierd? Adesso paghi per rubare le elezioni?
— Robert Kiyosaki (@theRealKiyosaki) 15 novembre 2022
Bernie Madoff è stato l’autore del più colossale schema Ponzi di sempre.
Nel 2008 fu arrestato con l’accusa di aver truffato i propri clienti per un totale di circa 65 miliardi di dollari grazie per l’appunto ad un banale schema piramidale, e condannato a 150 anni di prigione.
Madoff è deceduto l’anno scorso in carcere probabilmente a causa del cancro, ad 82 anni, ed è entrato suo malgrado nella storia della finanza mondiale come il maggior truffatore che ci sia mai stato.
Secondo Kiyosaki, il co-fondatore ed ex CEO di FTX sarebbe quindi più simile ad un colossale truffatore, piuttosto che ad un genio della finanza.
Questo accostamento è stato ripreso anche da Sheila Blair, ovvero una delle principali autorità di regolamentazione durante la crisi finanziaria del 2008.
Blair ha dichiarato alla CNN che il comportamento di SBF le ricordava molto quello di Bernie Madoff, perché hanno abilmente sfruttato i propri legami parentali ed i contatti personali per sedurre sofisticati investitori e regolatori.
Va ricordato che Madoff fu addirittura presidente del mercato azionario del Nasdaq, e fece anche parte dei comitati consultivi della SEC.
SBF e la politica di FTX
Sam Bankman-Fried aveva ottimi rapporti soprattutto con il partito democratico, tanto da aver finanziato con diverse decine di milioni di dollari la campagna di elezione di Joe Biden nel 2020.
Ha anche finanziato alcuni candidati democratici alle recenti elezioni di mid term, ed ha assunto diversi ex regolatori statunitensi per ricoprire posizioni senior presso FTX.
Secondo alcuni, FTX aveva una vera e propria strategia basata su assunzioni di persone provenienti dalla CFTC e da altri regolatori, così da poter sfruttare le loro conoscenze per favorire FTX.
Inoltre, la società era riuscita ad ottenere una valutazione di 32 miliardi di dollari grazie ad alcuni importantissimi investitori tra cui BlackRock, SoftBank e Sequoia.
Secondo Sheila Blair questa sarebbe una strategia auto-alimentante, grazie alla quale se tutti i maggiori nomi della finanza investono allora devono farlo anche gli altri, aumentando in questo modo anche la credibilità con i politici di Washington.
Se a ciò aggiungiamo il fatto che FTX non aveva in cassa sufficienti riserve per coprire tutti i depositi dei propri clienti, il castello di carte che è crollato qualche giorno fa potrebbe vagamente assomigliare ad uno schema piramidale, pur probabilmente non essendolo in senso stretto.
La nuova raccolta fondi di SBF
In tutto ciò stupiscono le recenti dichiarazioni di SBF secondo cui starebbe cercando di raccogliere nuovi fondi per ripartire.
15) Alcune settimane fa, FTX gestiva un volume di circa 10 miliardi di dollari al giorno e miliardi di trasferimenti.
Ma c’era troppa influenza, più di quanto pensassi. Una corsa agli sportelli bancari e un crollo del mercato hanno esaurito la liquidità.
Quindi cosa posso provare a fare? Aumentare la liquidità, integrare i clienti e ripartire.
— SBF (@SBF_FTX) 16 novembre 2022
Il fatto è che, come comunicato ufficialmente da FTX, SBF ormai non ha più alcun ruolo nella società, tanto che non può più assolutamente parlare a nome della medesima.
(3/3) Il signor Bankman-Fried non ha alcun ruolo continuativo presso @FTX_OfficialFTX US o Alameda Research Ltd. e non parla a nome loro.
— FTX (@FTX_Official) 16 novembre 2022
Quindi sicuramente non sta cercando di raccogliere fondi a nome della società, ma in via del tutto personale e privata.
Dato che una certa stampa statunitense di orientamento democratico ancora voler in qualche modo appoggiare, o perlomeno minimizzare, il comportamento di SBF, è possibile immaginare che abbia ancora sembra degli amici.
Ovvero la rete che ha costruito nel tempo e che gli ha permesso di far prosperare la sua creatura criptata potrebbe essere ancora utile per un eventuale altro suo progetto. Ad opporsi a questa iniziativa però potrebbe essere le autorità, dato che non sembra affatto che le indagini possano sortire esiti particolarmente positivi per SBF.
La necessità di una supervisione più rigorosa
In questo dibattito ha voluto esprimere un giudizio personale anche l’attuale segretario del Tesoro del governo democratico degli USA, Janet Yellen.
Secondo quanto si riferisce ReutersYellen ha dichiarato che i mercati delle criptovalute necessitano di una supervisione più rigorosa.
Yellen è da sempre critica nei confronti dei mercati crypto, e la vicenda di FTX non ha fatto altro che intensificare le sue preoccupazioni.
Ha anche aggiunto che tra i vari rischi identificati vi sono il trasferimento degli asset dei clienti, la mancanza di trasparenza ed i conflitti di interesse. Il quadro descritto rappresenta molto bene la situazione di FTX.
Questa presa di posizione netta contro il comportamento di SBF rende evidente come il fronte democratico non sia affatto coeso nel difendere il suo operato. Anzi, ai più alti livelli probabilmente per SBF sarà difficile trovare appoggi, dato che le autorità giudiziarie molto probabilmente andranno fino in fondo.
Oltretutto il governo statunitense da tempo sta cercando di muoversi per regolamentare in modo più rigido i mercati crypto, e secondo Yellen ciò ora dovrebbe avvenire rapidamente colmando alcune lacune normative identificate proprio dalla stessa amministrazione democratica di Joe Biden.
Ha comunque anche aggiunto che le normative vigenti dovrebbero essere sufficienti ad intervenire in questi casi, facendo capire che difficilmente SBF potrà contare su un trattamento di favore.
Voyager Digitale
Nel frattempo salta anche il possibile salvataggio della Voyager Digital.
La società fallita a giugno, infatti, era in trattativa proprio con FTX, ma tale trattativa ora risulta ovviamente annullata.
L’intero processo fallimentare in atto di Voyager Digital è saltato, e quindi dovrà di fatto iniziare daccapo.
Tuttavia FTX era solo il maggiore potenziale cliente per l’acquisizione degli asset di Voyager, che quindi ora si rivolgerà alla seconda offerta, ovviamente di importo inferiore.
Gli altri crolli a catena
I l fallimento di FTX porta con sè anche altri crolli a catena, prima di tutto quello di BlockFi che ha già dovuto sospendere i prelievi, ed ha fatto sapere che si sta preparando a dichiarare a sua volta fallimento.
A dire il vero negli scorsi giorni i mercati crypto sembravano aspettarsi una reazione a catena più ampia e profonda, mentre per ora l’unica altra grande società crypto che pare possa fallire è proprio BlockFi.
Ieri, tuttavia, ha dovuto sospendere i prelievi a tempo indeterminato anche Genesis Global Capital, ovvero l’unità di Genesis Global Trading che si occupa di prestiti crypto.
Genesis Global Trading a sua volta fa parte del gruppo Genesis Digital Valuta Group (DCG), che è anche la società madre del celebre quotidiano crypto CoinDesk.