Gary Gensler, presidente della Securities and Exchange Commission, parla durante una riunione del Financial Stability Oversight Council presso il Dipartimento del Tesoro a Washington il 14 dicembre 2023. Al Drago—Bloomberg tramite Getty Images
Gli ETF Bitcoin arriveranno finalmente negli Stati Uniti nel 2024 e, secondo tutte le indicazioni, i primi arriveranno sul mercato tra metà e fine gennaio. Ma ora che le questioni di vecchia data su se e quando sono state risolte, la domanda scottante che circonda gli ETF Bitcoin è come funzioneranno esattamente e, per ora, la SEC sta insistendo su un processo che non ha molto senso e alla fine porterà gli investitori al dettaglio a pagare per ulteriori complicazioni. Più specificamente, l’agenzia vuole impedire agli aspiranti emittenti di ETF di utilizzare Bitcoin per rimborsi in natura, e invece di effettuare queste transazioni in contanti.
Per capire cosa significa, è utile sapere innanzitutto come funzionano gli ETF. Ricordiamo che la maggior parte degli ETF detengono un paniere di azioni di diverse società e che l’emittente si affida a partner dalle tasche profonde, i market maker, per garantire che il prezzo delle azioni dell’ETF rifletta il valore delle azioni sottostanti. Ciò avviene attraverso un sistema di arbitraggio che consente ai market maker di presentarsi con un paniere di azioni e riscattarle con nuove azioni dell’ETF, che possono poi vendere con profitto. Oppure, al contrario, gli arbitri possono presentarsi con azioni dell’ETF e chiedere in cambio i titoli sottostanti. In entrambi i casi, le transazioni fanno sì che il prezzo delle azioni dell’ETF si allinei maggiormente all’asset sottostante. È un sistema intelligente che ha reso gli ETF poco costosi e molto popolari.
Sfortunatamente, quando si tratta degli ETF Bitcoin, la SEC insisterebbe sul fatto che queste transazioni, quelle in cui i market maker scambiano l’asset sottostante con nuove azioni o viceversa, siano in contanti e non “in natura”. Ciò contribuirà anche a garantire che il prezzo delle azioni dell’ETF segua fedelmente l’asset sottostante (Bitcoin in questo caso), ma sarà anche più costoso.
Ciò non sarà dovuto a implicazioni fiscali, come ha gentilmente sottolineato Grayscale a Bloomberg Intelligence in seguito a un impreciso rapporto della scorsa settimana, ma perché gli emittenti degli ETF dovranno spendere soldi scambiando Bitcoin con contanti e viceversa. Sarebbe più semplice, ovviamente, lasciare che le parti effettuino transazioni in Bitcoin, ma eccoci qui. In ogni caso, saranno gli investitori al dettaglio a pagare i costi aggiuntivi della transazione.
Questa è una decisione strana da parte della SEC, soprattutto perché le transazioni in natura sono la norma con altri ETF. Infatti, quando nel 2014 approvò un ETF sull’oro – un concetto nuovo per l’epoca – la SEC pubblicò una lettera esplicativa descrivendo come l’emittente dell’ETF e i suoi partner avrebbero condotto transazioni in natura riguardanti lingotti d’oro. Questo è ovviamente più economico ed efficiente rispetto a richiedere a un emittente di ETF sull’oro di acquistare o vendere nuovi lingotti ogni volta che avviene un riscatto. Allora perché non fare lo stesso con Bitcoin, o almeno consentire entrambi i contanti E rimborsi in natura? Secondo quanto riferito, questo è ciò che chiedono sia Fidelity che BlackRock, non esattamente compagnie inaffidabili.
La spiegazione più caritatevole è che la SEC vede Bitcoin come una nuova risorsa che potrebbe essere messa alle strette, e l’agenzia vuole ridurre al minimo le opportunità di danni sotto forma di self-dealing da parte dei market maker e degli emittenti di ETF. Le possibilità che tale manipolazione si verifichi, tuttavia, sembrano improbabili: ricordiamo che una corte d’appello federale ha respinto questa argomentazione quando ha costretto la SEC a smettere di bloccare gli ETF Bitcoin.
C’è anche un’altra potenziale spiegazione per la mossa della SEC di bloccare i rimborsi in natura, che è radicata nel fatto che, nelle parole di un insider della DC, che “il presidente Gensler odia, odia perdere”. Se così fosse, è possibile che il capo dell’agenzia, colpito dalla sua sconfitta in tribunale, autorizzerà gli ETF su Bitcoin, ma a condizioni che li renderanno più costosi e meno attraenti da acquistare. È una posizione strana per il presidente di un’agenzia che sostiene che la sua massima priorità è prendersi cura del piccoletto.
Jeff John Roberts
jeff.roberts@fortune.com
@jeffjohnroberts
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