Il calo del 4% a 42.000 dollari ha raffreddato il surriscaldato mercato dei futures perpetui sulle criptovalute, aprendo la strada a una crescita costante fino alla fine dell’anno.
I perpetui sono futures senza scadenza con un meccanismo di tasso di finanziamento che aiuta a legare i prezzi perpetui al prezzo dell’indice. I tassi di finanziamento sono pagamenti periodici di un asset tra i detentori di posizioni lunghe (acquisto) e corte (vendita), calcolati e raccolti dalle borse ogni otto ore. Un tasso di finanziamento positivo significa che il contratto perpetuo viene scambiato a premio rispetto ai prezzi spot; i long sono dominanti e pagano i short per mantenere aperte le loro posizioni. Un tasso negativo suggerisce il contrario.
Un tasso di finanziamento elevato, in genere superiore allo 0,10% (per otto ore), viene considerato un eccesso di leva finanziaria rialzista o un sovraffollamento di posizioni lunghe.
Secondo la fonte dati Velo Data, i tassi di finanziamento per BTC, ETH e altre importanti criptovalute hanno costantemente raggiunto la soglia dello 0,15% nella seconda metà della scorsa settimana, a significare un mercato con leva finanziaria surriscaldato.
La situazione si è normalizzata con il calo dei prezzi in tutto il mercato asiatico all’inizio della sessione asiatica, lasciando i tassi di finanziamento per la maggior parte delle monete in un territorio sano al di sotto dello 0,1%.
È un segno che i trader sovraindebitati sono stati espulsi dal mercato. I tassi di finanziamento o i costi associati alla leva finanziaria diventano un peso quando lo slancio si ferma, costringendo i trader sovraindebitati a uscire e causando un piccolo intoppo rialzista/ribassista.
Il calo a livello di mercato dell’open interest nozionale, o del valore del dollaro bloccato nei contratti futures sulle criptovalute aperti, suggerisce lo stesso. Al momento della stesura di questo articolo, XLM, UNI, LINK e XMR hanno mostrato una diapositiva a due cifre nell’open interest nelle ultime 24 ore.
L’open interest su Bitcoin ed Ether è sceso rispettivamente dell’1,3% e del 6,7%.